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Repubblica – Lucie: storia di una sopravvissuta-illustrazioni di Lilliana Comes

Si chiama Lucie, e ne ha passate tante. Troppe. Lucie è una donna francese ebrea, sopravvissuta alla Shoah. E che porta un doppio marchio: un numero tatuato nel campo di concentramento e residui di vernice di minio rossa sul capo, che la sua gente le ha spalmato dopo la guerra, bollandola come “prostituta delle SS”. È una storia truce e coraggiosa quella raccontata da Gigliola Izzo nel libro “Lucie” di prossima pubblicazione, con illustrazioni di Lilliana Comes. Una scrittrice e un’artista, entrambe napoletane, unite per spiegare a parole e a disegni una delle tante ombre dei lager, quella di diverse donne ebree, belle e terrorizzate, usate dagli ufficiali nazisti come puro oggetto di piacere. Una dinamica che talvolta ha salvato la vita a più di una fanciulla, scelta come amante da questo o quell’ufficiale. Brutalizzate per sfuggire alla paura dei forni, e, dopo la guerra, bollate come donne facili e megere, isolate dalla stessa comunità ebraica. È quel che succede a Lucie, splendida ballerina di Parigi, scelta come una bambola da un colonnello tedesco. La ragazza viene ripetutamente tormentata e violentata, ricevendo in cambio la semplice l’opportunità di dormire su un letto, potersi lavare, mangiare letteralmente un tozzo di pane in più rispetto agli altri internati. Lucia sa di esser bella e, suo malgrado, gioca questa sua carta per salvarsi. In futuro, quando sarà liberata, andrà a vivere in un kibbutz in Israele, dove sarà nuovamente maltrattata, stavolta per il suo passato. Un dolore dopo l’altro, un incubo che lascia spazio ad un altro, fino all’insperato epilogo. Perché qualcuno, dopo anni, finalmente guarda Lucie per quello che è: una donna senza più lacrime, che ne ha passate tante per sopravvivere. Senza dimenticare mai che è facile giudicare da fuori le scelte di alcuni, senza considerare il baratro di orrore che le hanno forzate. (paolo de luca) .repubblica.it

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